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Disabilità, non se ne parla mai abbastanza, dopotutto se la cosa non ti riguarda personalmente o da vicino per amici e parenti, perché dovrebbe interessarti? 

Eppure è una realtà giornaliera e abitudinaria per chi ha a che fare con essa. E non è una realtà semplice, e la gente la maggior parte delle volte di fronte a una persona affetta da disabilità non sa neanche come comportarsi, figuriamoci empatizzare ed entrare nel loro mondo, mettendosi nei loro panni anche solo per un minuto della loro vita.


La disabilità molte volte viene letta come un difetto o una mancanza, senza rendersi conto che in realtà spesso aiuta a rendere migliori le persone, che imparano a prodigarsi un po’ di più per il prossimo, senza passare un’esistenza vuota ed egoistica, capendo quanto possa essere importante e appagante condividere un’amicizia o rapporto familiare con una persona affetta da un handicap, arrivando a rendersi conto che non riusciremo mai a darle ciò che lei regala a noi.


Anche per questo è importante sapere e conoscere altre realtà, come questa, senza rimanere chiusi nel proprio io.


Partiamo dicendo che cos’è la Legge 104.


La Legge 104, del 5 febbraio 1992, è la legge quadro che delinea le agevolazioni, i diritti e le misure a tutela e sostegno delle persone con disabilità e dei familiari che li assistono.


Questa norma si occupa appunto di garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti della persona disabile all’interno di tutti gli ambiti della vita sociale, che si tratti di famiglia, scuola, lavoro e società; facendo in modo di prevenire e rimuovere tutte quelle circostanze che minano l'autonomia del disabile e la piena realizzazione dei suoi diritti civili, politici e patrimoniali.


Inoltre si occupa di perseguire, nei limiti concessi, il pieno recupero della persona mediante l’ausilio di servizi e prestazioni, anche di natura giuridico-economica; oltre che a predisporre interventi per contrastare e debellare l’emarginazione del disabile.


Quando si parla di 104, si tratta di diverse agevolazioni, come:

  • l’integrazione scolastica per garantire un’efficiente educazione e istruzione delle persone disabili;
  • favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro;
  • favorire la rimozione delle barriere architettoniche per la mobilitazione e la comunicazione;
  • facilitare l’assistenza del disabile.

Coloro che usufruiscono di questa legge hanno ulteriori sovvenzioni, come: 


  • il congedo straordinario: che dispone per i familiari, lavoratori dipendenti, di una persona gravemente disabile, un congedo retribuito della durata di 2 anni nell’arco dell’intera vita lavorativa del richiedente. Questo tipo di congedo spetta ad un solo lavoratore, che si tratti di: coniuge convivente, genitori, figlio convivente, fratelli o sorelle conviventi, parenti o affini entro il 3° grado.

  • la scelta della sede di lavoro: che permette ai lavoratori maggiorenni con handicap grave di poter scegliere la sede di lavoro più vicina al loro domicilio, quando possibile. Lo stesso vale per i familiari lavoratori del disabile che gli prestano assistenza, ovvero: coniuge, conviventi, parenti o affini entro il 2° grado; parenti o affini entro il 3° grado se i genitori o il coniuge  hanno compiuto i 65 anni d’età o sono affetti da patologie invalidanti, sono deceduti o mancanti.

  • il rifiuto del trasferimento: afferma che i lavoratori disabili o i loro familiari, possono rifiutarsi di essere trasferiti dal datore di lavoro ad un’altra sede, tranne nel caso in cui ci sia incompatibilità della permanenza del dipendente.

  • il rifiuto del lavoro notturno: permette ai lavoratori disabili o ai loro familiari di rifiutarsi di svolgere un lavoro notturno (7 ore consecutive comprendenti l’arco di tempo che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino).

  • l’acquisto dell’auto: dispone diverse agevolazioni come: 
  • la detrazione Irpef pari al 19% del costo sostenuto, calcolata su una spesa massima di 18.075,99 euro;
  • Iva al 4% sul prezzo d’acquisto;
  • esenzione perpetua del bollo;
  • esonero dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.

  • l’assistenza e spese mediche: prevede che le spese mediche generiche come l’acquisto di medicinali e le spese di assistenza specifica, e come attività infermieristiche e riabilitative e addetti all’assistenza di base, siano deducibili dal reddito. Inoltre c’è una detrazione del 19% per: spese mediche specialistiche, acquisto di mezzi di ausilio alla deambulazione, acquisto di poltrone per inabili e minorati, apparecchi correttivi e altri ausili specifici.

  • il bonus bollette energia elettrica: l’autorità per l’energia ha deciso di concedere un bonus per disagio fisico ai nuclei familiari in cui sia presente un malato grave costretto all’utilizzo di macchinari elettrodomestici per il mantenimento in vita. Ne sono un esempio:
  • apparecchiature di supporto alla funzione cardio-respiratoria
  • apparecchiature di supporto alla funzione renale 
  • apparecchiature di supporto alla funzione alimentare e attività di somministrazione
  • mezzi di trasporto e ausili per il sollevamento disabili
  • dispositivi per la prevenzione e la terapia di piaghe da decubito.

  • l’acquisto di mezzi tecnici e informatici: per cui si ha diritto a una detrazione Irpef dei costi pari al 19% e un’applicazione Iva agevolata al 4%.

  • l’abbattimento di barriere architettoniche: dispone che il disabile o il familiare che lo ha a suo carico ha diritto ad una detrazione Irpef del 36% dei costi per la costruzione di rampe, l’adattamento di un ascensore e in generale dell’abbattimento di barriere arhitettoniche.

Per poter beneficiare di tutto ciò è però necessario verificare la certificazione di disabilità che viene rilasciata dalla commissione medica ASL competente.


Parlando di agevolazioni si tratta anche di permessi retribuiti.

Essi sono appunto permessi di astenersi dal lavoro che vengono retribuiti in base alla retribuzione che è stata corrisposta e inoltre sono coperti anche ai fini pensionistici da contribuzione figurativa.


Questa agevolazione viene però riconosciuta solo a determinate persone con alcuni requisiti, possono infatti fruire dei permessi, secondo l’articolo 33 comma 3 della Legge 104: personalmente, i disabili affetti da handicap in situazione di gravità; o coloro che assistono un portatore d’handicap, ad esempio i familiari del disabile in situazione di gravità, che siano il coniuge, i genitori biologici o adottivi; i parenti o affini entro il secondo grado di parentela della persona disabile.


Il lavoratore disabile in situazione di gravità può beneficiare alternativamente di permessi come:

  • 2 ore di permesso giornaliero
  • 3 giorni di permesso mensile, frazionabili in ore.

I genitori biologici o adottivi e affidatari di persone affette da disabilità grave possono ottenere permessi diversi in base all’età del figlio.


Se ha meno di 3 anni, possono beneficiare di:

  • 2 ore di permesso giornaliero
  • 3 giorni di permesso mensile, frazionabili in ore
  • prolungamento del congedo parentale;

se invece l’età è compresa tra i 3 e i 12 anni, o in caso di adozione entro i 12 anni dall’ingresso in famiglia:

  • 3 giorni di permesso mensile, frazionabili in ore
  • prolungamento del congedo parentale.

Il coniuge, i parenti e affini di persone disabili in situazione di gravità e i genitori biologici, adottivi o affidatari di disabili oltre i 12 anni hanno la possibilità di usufruire di:

  • 3 giorni di permesso mensile, frazionabili in ore.


Se hai bisogno di altre informazioni o assistenza riguardanti la Legge 104 e le diverse agevolazioni di cui si compone, puoi rivolgerti ad un personale esperto che ti aiuti e ti assista.


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Le istituzioni con la scusa della semplificazione stanno di fatto emarginando i cittadini meno inclini alla tecnologia

Il congedo di maternità è un diritto importante per i neogenitori e dovrebbe essere garantito a tutti. Ma purtroppo non dappertutto, in giro per il mondo è così. 


I Paesi Europei hanno tutti leggi a riguardo, chi migliori e più evolute e chi meno.


Per quanto riguarda, ad esempio, gli Stati Uniti, invece, non c’è una legge specifica che riguarda il congedo parentale.


La legge che più ci si avvicina, e che può essere utilizzata per questo tipo di congedo, nonostante non tutti ne possano usufruire, è la Family and Medical Leave Act (FMLA).


Questa legge ha come tempo 12 settimane e richiede al datore di lavoro di mantenere i sussidi sanitari dei lavoratori, ma non è un congedo pagato, come lo è ad esempio in Italia, visto che il datore non ha nessun obbligo alla retribuzione, e viene concesso solo a chi è ritenuto idoneo, che riguardi uomini o donne.



Nel caso dell’Italia la maternità obbligatoria o congedo di maternità obbligatorio è un periodo obbligatorio di 5 mesi, a cavallo del parto, in cui la lavoratrice madre, o in certi casi il lavoratore padre, non lavora.


Vediamo cos’è e come funziona la maternità obbligatoria.


Quando si parla di lavoratrice e lavoratore si intendono i lavoratori in generale; che si tratti di privati, pubblici, soci lavoratori, chi ha un contratto di apprendistato o a tempo parziale. Hanno tutti gli stessi diritti e tutele, che in tal caso sono due: una economica e una normativa.


I congedi, i riposi e la tutela delle persone in maternità e paternità valgono allo stesso modo per i figli naturali, adottivi o in affidamento.



Maternità obbligatoria durante l’apprendistato


Nel caso di contratto di apprendistato, il tempo di astensione obbligatoria per maternità non viene contato nel periodo di formazione, che viene prolungato per la durata del congedo, che si tratti di maternità obbligatoria o facoltativa.



Maternità part-time


Gli stessi principi valgono per il contratto a tempo parziale.

Per quanto riguarda la parte normativa delle tutele sono le stesse delle altre tipologie contrattuali, l’unica differenza sta nella parte economica che sarà riproporzionato vista l’attività lavorativa minore rispetto ai lavoratori con contratto a tempo pieno.



Come funziona l’astensione obbligatoria?


Il datore di lavoro ha il divieto di sottoporre la lavoratrice madre alla normale attività lavorativa. Essa è obbligata dalla Legge a non lavorare in questa condizione, inoltre questa Legge prevede, in caso di gravidanza a rischio o per lavori rischiosi, che il periodo di congedo obbligatorio sia anticipato.


Questo periodo di astensione obbligatoria dura, come abbiamo detto, 5 mesi in totale. Parte da 2 mesi prima dalla presunta data del parto e dura fino a 3 mesi dopo il parto stesso.


Dal 2019 è permesso usare il congedo obbligatorio per maternità nei 5 mesi dopo il parto. Per questo tipo di congedo ci vuole però una specifica autorizzazione da parte del medico del Servizio Sanitario Nazionale che attesti che ci sono dei rischi per la madre e per il neonato.


Per la lavoratrice madre c’è la possibilità di sfruttare il congedo di maternità flessibile. Copre sempre 5 mesi di tempo, ma parte da 1 mese precedente la presunta data del parto e prosegue per i 4 mesi successivi ad esso.


Optare per questo tipo di congedo è una scelta della lavoratrice, ma deve esserci anche in questo caso un attestato del medico del SSN.


L’astensione è, sì, un obbligo del datore di lavoro, ma anche un diritto indisponibile per la lavoratrice, cioè essa non può rifiutare, neppure con comprovata certificazione medica che attesta le condizioni di buona salute della lavoratrice.


Congedo di maternità in caso di interruzione di gravidanza 


È previsto un congedo anche in caso di interruzione di gravidanza. 

In questa situazione abbiamo due casi:

  • se l’interruzione avviene entro 180 giorni dall’inizio della gestazione, viene fatto come malattia;
  • se invece l’interruzione avviene passati i 180 giorni dall’inizio della gestazione è considerato parto e quindi viene riconosciuto il diritto al congedo di maternità; la lavoratrice, in questa occasione può tornare a lavorare, se le sue condizioni di salute sono buone e certificate dal medico, con un preavviso di almeno 10 giorni al datore di lavoro.

Se hai bisogno di fare domanda per la maternità ordinaria e non sai come fare, puoi rivolgerti a un personale esperto che ti aiuti e ti assista in tutta la procedura.


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Negli ultimi anni si parla tanto di parità di genere come se fosse una conquista per il genere umano un po’ come l’atterraggio su Marte, dimenticandosi che dovrebbe essere un diritto fondamentale dell’essere umano.

“La maternità non è un’ennesima tecnica da applicare al nostro corpo, ma qualcosa che ci trascende, che ci lega misteriosamente all’essenza del nostro esistere.” Susanna Tamaro

Sono passate poche settimane da quando l’INPS con il messaggio n°62 dell’8 Gennaio 2021 ha dato il via alle nuove domande per accedere al meccanismo dell’APE social, che è stato prorogato per tutto il 2021.

Se da un lato l’introduzione dell’assegno unico apre le porte a nuove categorie di aventi diritto, dall’altro invece, si faranno molto più serrati i controlli da parte di Agenzia delle Entrate, INPS e Guardia di Finanza.