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  • CHI SI OCCUPA DELLE PRATICHE DI SUCCESSIONE ?

    C’è appena stato un lutto in famiglia. Le cose da fare sembrano non finire mai; bisogna avvertire i parenti e gli amici dell’accaduto, organizzare il funerale e prendere delle decisioni sul da farsi da questo momento in poi.   

    Non si è mai davvero pronti ad affrontare tutto quello che comporta ritrovarsi in questa situazione. Si pensa a fare una cosa alla volta senza lasciarsi sopraffare dal dolore della perdita, senza neanche avere il tempo per metabolizzare l’accaduto e pur non volendo si acquisisce la consapevolezza che da questo momento le cose cambieranno.

    Nello stato emotivo in cui si è, con la mente offuscata da tutto ciò che ti è piombato addosso, si sente di avere la responsabilità di dover sistemare le cose cercando di non crollare, compiendo scelte immediate che si eviterebbero volentieri. 

    E nonostante tutto questo si deve pensare comunque al futuro, e quindi occuparsi di tutta la parte burocratica e spiacevole della successione. Viene spontaneo chiedersi come si riesca a fare tutto ciò senza un aiuto e qualcuno che ti dica: “Tranquillo, di questo me ne occupo io, tu pensa a stare con le persone che ami e poter finalmente piangere il vostro caro senza preoccuparti dei problemi legali e di eredità.”


    Proprio per questo siamo qui per aiutarti.


    Spieghiamo un po’ come funziona.


    La dichiarazione di successione è l’atto che va presentato all’Agenzia delle Entrate da uno degli eredi (coniuge, figli, ascendenti, legatari o altri) e che comunica il subentro degli eredi al patrimonio del defunto.


    Essa va presentata entro 12 mesi dalla data del decesso delde cuius, che generalmente coincide con quella di apertura della successione.


    La pratica è una sola per tutto il patrimonio, e sono obbligati a presentarla tutti gli eredi, che lo siano per legge o per testamento (a meno che non rinuncino all’eredità) e anche dai legatari. 

    Se l’erede o il legatario è incapace, deve essere presentata dal suo rappresentante legale.


    La successione ereditaria viene fatta seguendo delle fasi.

    Innanzitutto viene eseguita l’apertura della successione, susseguita dallavocazione, passaggio che individua chi sono i soggetti che dovranno succedere al defunto per testamento o per legge; poi viene fatta ladelazione con la quale viene messo a disposizione e offerto a chi succederà, il patrimonio delde cuius. Visto che con la delazione si acquisisce solo il diritto di accettare l’eredità e non di acquisirla, le persone che succedono dovranno manifestare la loroaccettazione dell’eredità.


    Il documento della dichiarazione della successione deve comprendere tutti i beni e i diritti che spettavano al defunto, cioè i beni immobili, mobili, i titoli al portatore, contanti, valori preziosi, rendite, pensioni, crediti, le liquidazioni delle quote societarie, azioni e obbligazioni, le quote sociali, eventuali aziende, BOT e CCT anche nel caso in cui siano esenti dall’imposta di successioni.

    Al contrario non devono essere dichiarate in successione le indennità di fine rapporto del prestatore di lavoro e quelle che spettano agli eredi per assicurazioni previdenziali obbligatorie o sulla vita.


    Insieme alla presentazione della dichiarazione di successione, bisogna provvedere al pagamento delle imposte precarie, catastali, di bollo, delle tasse ipotecarie e dei tributi speciali in autoliquidazione.


    Successivamente alla presentazione della dichiarazione, del pagamento delle imposte e una volta che l’Agenzia delle entrate rilascia l’attestato; gli eredi possono ottenere la liquidazione e la ripartizione di tutto ciò che è stato depositato nei conti correnti di cui era titolare il defunto.



    Il pensiero di dover affrontare anche tutto questo, oltre a tutto ciò che comporta la morte di una persona cara, sembra davvero un’impresa impossibile. Per questo puoi rivolgerti a un personale esperto che ti assista e aiuti in tutto questo.



    Sono Sabina Martalò fondatrice di FiscalPro l’unico tributarista specializzato nella fiscalità del privato.


    FiscalPro è fatta da tributaristi e il nostro compito prima di inserire una successione è quella di effettuare una consulenza seguita da un’attenta analisi allo scopo di scoprire eventuali magagne omesse in precedenza e delle quali il cliente, agendo in buona fede, può non essere a conoscenza.



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    • Se non puoi aspettare 10 mesi prima che la dichiarazione sia trasmessa all’Agenzia delle Entrate

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    Sabina M. la tributarista del privato

  • COSA SUCCEDE SE NON SI FA LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE?

    Ogni giorno, ogni volta si trasforma tutto in una corsa contro il tempo. Un continuo ricordarsi di non dimenticare niente, di non lasciare pezzi in giro nella frenetica corsa che è la vita di tutti i giorni.

    Questa volta si sono aggiunte, alle altre mille cose a cui tenere dietro, tutte le pratiche burocratiche riguardanti l’eredità di un familiare deceduto, e in famiglia, purtroppo o per fortuna, non c’è nessuno che se ne intenda. 

    Il che comporta altra roba da studiare, controllare, imparare e cercare di non sbagliare, considerata l’importanza e la facilità a complicare tutto con un passaggio sbagliato, causando quindi altri errori e ritardi.

    In questo, un passaggio importante da non dimenticare, e da ricordarsi di fare nei tempi prestabiliti è: presentare la dichiarazione di successione.


    Nel caso in cui non venga presentata ladichiarazione di successioneentro un anno dal giorno della morte del defunto, è prevista una sanzione amministrativa. 


    Questa sanzione può essere differente, variando dal 120% al 240% dell’imposta prevista. Nel caso in cui non sia prevista alcuna imposta, invece, viene applicata una sanzione amministrativa fissa, che parte dai 250 e può arrivare fino ai 1000 euro.


    Inoltre, se non viene presentata la dichiarazione di successione non si ha il diritto di recuperare i beni del defunto. Quindi, gli eredi, non potranno ottenere dall'istituto bancario la consegna delle somme che sono state depositate su un conto corrente della persona defunta. Non potranno neanche trascrivere il passaggio di proprietà dei beni immobili caduti in successione.


    La sanzione è commisurata al valore netto dell’eredità, composta dalla differenza tra il valore dell’attivo e quello del passivo deducibili.


    L’imposta può, inoltre, variare in base al grado di parentela degli eredi rispetto al defunto:

    • per il coniuge e i parenti in linea retta (come: genitori, figli, nonni, nipoti, ecc) è del 4% per un patrimonio di valore superiore a €1.000.000
    • per i fratelli e le sorelle è del 6% per un patrimonio di valore superiore a €100.000 
    • per gli altri parenti fino al 4° grado (come: zii, cugini, ecc)e gli affini fino al 3° grado (quindi: suoceri, generi, nuore, ecc), in questo caso è del 6% e non è prevista alcuna franchigia
    • per tutti gli altri soggetti senza franchigia è dell'8%
    • ed varia dall’84%, 8% e 6% a seconda della parentela nel caso di persona portatrice di handicap per un patrimonio di valore superiore a €1.500.000.


    Ravvedimento operoso


    Una volta superato l’anno dalla data di morte del defunto, è possibile ravvedersi. 

    Cosa vuol dire? Vuol dire che è possibile decidere spontaneamente di pagare, usufruendo diagevolazioni sulle sanzionivariabili, in relazione al periodo intercorrente tra la data di effettivo versamento e la data di scadenza. 

    Sono infatti previsti diversi tipi di ravvedimento:

    • “sprint” entro i 14 giorni con sanzione pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo
    • “breve” entro 30 giorni con sanzione pari al 3%
    • “lungo” entro 90 giorni con sanzione pari al 3,33%
    • “lungo” entro l’anno con sanzione pari al 3,75%
    • “lungo” entro 2 anni con sanzione pari al 4,29%
    • “lungo” oltre i 2 anni con sanzione pari al 5%. 

    A queste sanzioni, inoltre, vengono applicate gliinteressi di mora

    L’imposta ipotecaria e catastale, con percentuale pari al 3%, che viene calcolata solo sugli immobili che cadono in successione, va pagata oltre all’imposta di successione vera e propria. 

    Anche per queste imposte è possibile avvalersi del ravvedimento operoso con le modalità scritte sopra.


    Nel caso in cui non venga presentata la dichiarazione della successionedopo 10 anni dalla morte del defunto, l’imposta èaccertata eliquidata d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate. L’avviso deve essere notificato entro iltermine di decadenza di 5 anni dalla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione omessa. Lo stesso termine è valido anche per la dichiarazione sostitutiva o integrativa.


    Anche se la dichiarazione è presentata oltre il termine di decadenza sopra riportato, l’imposta deve essere corrisposta. Invece, non saranno dovute le sanzioni per avvenuta prescrizione dei tempi.


    Nel caso in cui l’eredità sia devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto, e l’attivo ereditario non supera il valore di 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari, non c’è l’obbligo della dichiarazione di successione. 

    nel caso di sopravvenienze ereditarie però la dichiarazione è obbligatoria.


    So che può essere complicato e difficile avere la concentrazione di mettersi a gestire questo tipo di pratiche, soprattutto quando si sta vivendo un momento del genere.         Per questo puoi rivolgerti a persone specializzate e competenti che possano aiutarti e seguirti.


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