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Negli ultimi anni si parla tanto di parità di genere come se fosse una conquista per il genere umano un po’ come l’atterraggio su Marte, dimenticandosi che dovrebbe essere un diritto fondamentale dell’essere umano.


La realtà è che la nostra società e non parlo solo di quella italiana, continua ad essere di matrice patriarcale organizzata perlopiù a misura di uomo inteso come maschio. L’esempio più concreto che mi viene in mente è la struttura ecclesiastica.


La parità sulla carta rimane un bellissimo concetto, ma che trova sempre ostacoli nella sua realizzazione pensiamo ad esempio al mondo del lavoro dove la diversità di trattamento tra uomo e donna, salvo alcune eccezioni risulta ancora oggi netta.


Infatti, come spesso accade, a parità di mansioni le donne in media, oltre a percepire stipendi inferiori rispetto ai loro omologhi di sesso maschile, faticano a concludere il ciclo lavorativo.

Questo cosa significa? Che solo il 50% delle donne nell’arco della vita lavorativa riuscirà ad arrivare alla pensione anticipata senza intoppi, completando i 41 anni e 10 mesi di lavoro.

La crisi economica unita alla pandemia ha fatto registrare nel corso del 2020 un calo di occupazione femminile di 470 mila posti, 323mila dei quali erano regolati da un contratto a tempo determinato (dati relativi al secondo trimestre quindi ancora in aggiornamento).

Come possiamo immaginare, questo trend continuerà a crescere. Complice la crisi che nel corso del biennio 2021- 2022 continuerà a mordere la nostra economia e che causerà la chiusura di migliaia di imprese con relativo crollo occupazionale soprattutto femminile.

Al di là della crisi, il fenomeno della perdita di posti di lavoro femminile è sempre esistito ed è imputabile anche ad altri motivi spesso legati a malsani rapporti aziendali e a volte di natura personale, come la scelta di dedicarsi alla famiglia ad esempio.


Ricordo che una mia amica dopo che tornò dalla maternità del primo figlio, a distanza di un anno decise di averne un altro, e terminato anche il secondo periodo di maternità, fece richiesta per un part time, ma l’azienda per cui lavorava glielo negò.


Quindi in comune accordo con il marito decise di licenziarsi per dedicarsi alla famiglia.

In Italia le donne occupate con un'età compresa tra i 15 e i 64 anni sono il 48,4%, gli uomini della stessa fascia d'età il 66,6%. E il tasso di occupazione femminile italiano è il penultimo in Europa, dopo quello della Grecia. Scandaloso!

Con questi dati pare abbastanza ovvio che meno del 50% delle donne lavoratrici riuscirà a completare il ciclo lavorativo arrivando alla meritata pensione anticipata fissata oggi a 41 anni e 10 mesi di contributi.

Tuttavia, le più “fortunate” che saranno riuscite a maturare contributi per almeno 20 anni forse, riusciranno a raggiungere la pensione di anzianità fissata oggi a 67 anni di età e 20 anni di contributi.

Un fatto clamoroso è avvenuto proprio lo scorso anno. Infatti, nel corso dei primi nove mesi del 2020 il numero di pensioni di anzianità femminile ha superato quello maschile ovvero: su 100 pensioni maschili quelle femminili sono 109.


Questi numeri non si registravano dall’era pre Fornero dove comunque la soglia per accedere alla pensione  di anzianità era fissata più in basso e diversa tra uomo e donna.


E questo cosa significa?


Che le donne ancora oggi hanno maggiori penalizzazioni rispetto agli uomini nel raggiungere i requisiti per la pensione anticipata proprio perché non riescono a terminare il naturale ciclo lavorativo di 41 anni e 10 mesi. 

A fronte di tutte queste penalizzazioni la buona notizia è che la legge di bilancio 2021 ha disposto la proroga dell’opzione donna che ritengo essere un “buon compromesso” per le donne che abbiano maturato più di 20 anni di contributi, ma al contempo non vogliano aspettare fino a 67 anni per accedere alla pensione di anzianità.


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Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

Innanzitutto, occorre specificare che si tratta di una misura rivolta esclusivamente alle donne e non consiste in un meccanismo nuovo nel sistema pensionistico italiano.


Infatti, è stato introdotto per la prima volta con l’art. 1, co. 9 della L. n. 243/2004, denominata “Legge Maroni”.

Questo meccanismo consente alle lavoratrici dipendenti e autonome, di godere dell’assegno pensionistico in via anticipata rispetto alla pensione di vecchiaia piuttosto che alla pensione anticipata.

Come anticipato, la misura si rivolge alle sole donne che siano iscritte:

  • all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria);
  • ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del settore privato, pubblico impiego e lavoratrici autonome);
  • in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995.

Ciò significa che sono escluse da tale meccanismo tutte le lavoratrici che risultano iscritte alla Gestione separata INPS.


Quali sono i requisiti di età e contribuzione?

L’accesso all’opzione donna è garantito esclusivamente a coloro che maturano determinati requisiti anagrafici ed economici.


Per quanto riguarda le lavoratrici dipendenti, è necessario avere un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni entro il 31 dicembre 2021.


Mentre per le lavoratrici autonome, occorre essere in possesso di età pari o superiore a 59 anni.

Con riferimento ai contributi, invece, è necessario aver maturato almeno 35 anni di contributi, sempre entro il 31 dicembre 2021.

Qual è il sistema di calcolo?

Uno dei punti penalizzanti dell’opzione donna è determinato dalla modalità di calcolo della pensione. Per il solo fatto di anticipare la pensione di qualche anno,



l’INPS calcola i contributi maturati, quindi l’importo della pensione, secondo il sistema contributivo.

Si tratta di un sistema piuttosto penalizzante rispetto al sistema retributivo, in quanto la pensione viene calcolata sui contributi versati durante l’intera carriera lavorativa dell’interessato.



Il sistema retributivo, diversamente, prende come riferimento la retribuzione degli ultimi 5 anni (che in genere sono più elevati).


Cos’è la finestra mobile?

Altro punto da tenere in considerazione quando s’intende valutare l’accesso all’opzione donna è l’erogazione del primo assegno pensionistico.


Infatti, l’opzione donna è soggetta alla così detta “finestra mobile”.

Si tratta di un meccanismo che differisce l’erogazione del primo assegno pensionistico di:

12 mesi nel caso di una lavoratrice dipendente 18 mesi se invece si tratta di una lavoratrice autonoma
 

Come fare domanda?

Per accedere all’opzione donna occorre fare domanda telematica all’INPS.


Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.


Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma. 

Se stai maturando l’idea di accedere all’opzione donna puoi rivolgerti ad un patronato dove provvederanno a valutare la tua situazione ed eventualmente procedere nella richiesta.


Il tutto in maniera completamente gratuita.

Di contro c’è da dire che la parola gratuito difficilmente si può accostare a trattamento esclusivo.


Quindi, dovrai armarti di pazienza, attendere il turno in fila, perdendo ore di lavoro o peggio di tempo libero in luoghi poco accoglienti in mezzo ad altre persone.


E soprattutto dovrai aver cieca fiducia nell’operatore al quale verrai affidata nel senso che difficilmente potrai rapportarti sempre con la stessa persona.


Detto ciò, lascia che mi presenti sono Sabina Martalò e sono la fondatrice di FiscalPro l’unica tributarista del privato.


Dopo una collaborazione di otto anni con uno dei più importanti CAF a livello nazionale, nel 2014 ho deciso di fondare Studio Martalò Sabina, poi diventato FiscalPro.


Ogni giorno, fin da quando ho iniziato a fare questo lavoro, riscontravo disservizi attraverso le lamentele dei contribuenti e mi chiedevo:


perché solo chi ha la Partita IVA può avvalersi della competenza di figure ad alta professionalità come commercialista, tributarista, ragioniere?

E perchè invece il Privato è destinato ad accontentarsi di operatori addestrati al solo scopo di inserire numeri all’interno di un computer, ma incapaci di analizzare e fornire soluzioni adeguate al singolo caso? 

La risposta è che questo risultato un Privato può ottenerlo solo affidandosi ad un professionista che già in fase di consulenza sia in grado di capire quale sia la strada più profittevole da percorrere.

Ecco perché ho deciso di creare una realtà del tutto nuova e che prima non esisteva.

FiscalPro offre anche servizi di patronato ad un livello un po’ più evoluto rispetto agli altri. Cosa abbiamo di diverso?


Prima cosa non siamo un patronato e questo non ci lega a nessuna sigla e questo cosa significa?


Che decidiamo noi a chi affidare le pratiche. Abbiamo stretto delle partnership con chi riteniamo essere i migliori ognuno dei quali specializzato in aree differenti.

Perciò dopo la consulenza strategica con il cliente, decidiamo quale sia la strada più profittevole da seguire e in base a questo indirizziamo la pratica ad uno dei nostri partner.

Ma FiscalPro non è per tutti nel senso che i nostri clienti sono da sempre abituati a ricevere un trattamento esclusivo, che parte dalla richiesta di appuntamento per la consulenza in orari flessibili in modo da non far mai perdere ore di lavoro o di tempo libero alla persona.

Inoltre, i nostri clienti possono comunicare ed con noi ed inviarci documenti in qualsiasi momento e con ogni strumento che tecnologia ci mette a disposizione: telefono, sms, e-mail, Whatsapp, Telegram e nella chat del sito www.servizifiscalpro 



Ultima cosa, ma non meno importante il nostro cliente viene sempre seguito da un unico referente. Questo cosa significa?



Che qualsiasi aggiornamento tu voglia non dovrai mai perdere tempo a spiegare le stesse cose a persone diverse che non sanno nulla di te.

FiscalPro servizi di patronato non è la scelta giusta per te:

  • Se la tua priorità è il prezzo (noi siamo uno studio privato gratis non facciamo nulla)
  • Se per te un PATRONATO vale l’altro (non siamo neanche un PATRONATO)
  • Se ti va bene aspettare a lungo in fila, spesso in ambienti poco gradevoli.
  • Se non ti importa avere la stessa persona di riferimento negli anni.
  • Se ti va bene ricevere risposte sommarie in merito allo stato della tua pratica
  • Se non hai fretta di ricevere l’esito in tempi brevi


FiscalPro servizi di patronato è la scelta giusta per te invece:
 

  • Se ritieni di essere una persona più attenta ai propri interessi rispetto al prezzo
  • Se vuoi essere assistito da tributaristi professionisti e non da impiegati svogliati
  • Se dai valore al tuo tempo e non vuoi sprecarlo in lunghe attese.
  • Se vuoi come riferimento sempre la stessa persona. 


Ecco se ti riconosci in queste caratteristiche allora FiscalPro è la scelta giusta per affidare la tua richiesta di pensionamento.

Contattaci subito per richiedere una consulenza al 3498263456

 

Alla prossima

Sabina Martalò la tributarista del privato