Colf e badanti sempre più regolari per la prima volta dal 2012 sono oltre un milione le regolarizzazioni.

Gli ultimi dati Istat registrano uno storico aumento degli anziani. Sono cresciuti di oltre mezzo milione dal 2015 a oggi. Un vero e proprio record di over 65 che hanno raggiunto per la prima volta i 13,8 milioni.


Davanti a questi dati appare sempre più evidente l’urgenza di potenziare il sistema di welfare italiano per l’assistenza sociale e sanitaria.


Il Covid 19 ha dato una spinta alla regolarizzazione dei collaboratori domestici, favorendo l’emersione di una parte di lavoro nero, portando l’esercito di regolari a quota un milione.


Questo lo dichiara il secondo rapporto 2020 di Domina, associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico e fondazione Moressa.


Dei 177.239 contratti avviati durante la prima ondata dell’epidemia (sempre da febbraio a giugno), 95.358 (il 53,8%) riguardano badanti. 


La spinta alla regolarizzazione, ha subito un forte incremento proprio durante il lockdown, e questo è dipeso dal fatto che gli assistenti domiciliari in quel periodo dovevano documentare la propria situazione lavorativa per potersi recare dagli assistiti.


Altre 176.000 sono arrivate dalla sanatoria, che ha aperto una finestra temporale per la regolarizzazione.


Sarà comunque necessario osservare quanti di questi rapporti resteranno nell’alveo della regolarità o resteranno nel settore domestico. Già dopo la sanatoria del 2012, infatti, lo stock in regola aveva oltrepassato il milione.


Nonostante la prima ondata della pandemia abbia fatto cessare tanti contratti di assistenza a causa del decesso degli assistiti, il saldo tra i rapporti avviati e cessati è positivo +20.000.


Questo dato è fondamentale per comprendere l’importanza sociale dei servizi di assistenza domestica, ma sono ancora troppi i lavoratori di queste categorie che navigano nelle acque torbide dell’irregolarità. 


La mancata regolarizzazione di un lavoratore domestico può costare davvero caro, infatti oltre ad essere punito con sanzioni amministrative si configura anche un reato penale.


Partendo da INPS, la mancata comunicazione di un rapporto di lavoro costerà dai 200 ai 500 euro, importo da versare al centro per l’impiego.


Poi la mancata iscrizione all’istituto nazionale di previdenza che costerà altri 1500 - 2000 euro.


A questa cifra andranno aggiunte altre 150 euro per ogni giorno di lavoro in nero svolto dalla badante più il contributo previdenziale mai versato.


Ma il bello arriva ora: nel caso di badante extracomunitaria irregolare ossia sprovvista di permesso di soggiorno per il datore di lavoro si prospetta una sanzione di 5.000 euro e la reclusione da 3 a 12 mesi. 


La badante in tutto ciò, essendo considerata parte lesa, non rischia nulla, ma se per caso stesse percependo un sussidio di disoccupazione e fosse scoperta a lavorare in nero,


anche per lei si configurerebbe il reato penale di falso ideologico e la violazione dell’articolo 316 ter del codice penale che identifica la percezione di erogazioni indebite da parte dello Stato. 


Il tutto punibile con sanzione da 5.164 a 25.822 euro e reclusione dai 6 mesi ai 4 anni. 


Al di là della falsa convinzione di un “risparmio economico”, mi sembra abbastanza evidente, che non esista nessun tipo di beneficio ad assumere un lavoratore in nero soprattutto in caso di controversie.


L’invecchiamento progressivo della popolazione mette sotto pressione il sistema del welfare italiano. In Italia si contano circa 2,2 milioni di persone sopra gli 85 anni e che il nostro paese detiene il record europeo, insieme alla Francia, del maggior numero di ultracentenari in vita, oltre 14mila.


Solo pochi di noi hanno la possibilità e le competenze per occuparsi dei nostri anziani. Poter assistere un proprio caro tutto il giorno e a volte anche la notte, è impensabile a meno che non si abbia già la possibilità di essere in pensione.


Normalmente ognuno di noi ha un lavoro e altri impegni familiari, e questo rende necessaria la decisione di affidarsi a personale qualificato o a strutture preposte a questa funzione.


La richiesta di posti letto presso le case di riposo negli ultimi 3 anni è cresciuta del 40%. Nonostante possa sembrare la scelta migliore, non è esente da limiti.


Infatti i costi spesso proibitivi la portano ad essere un’opzione alla portata di pochi e nelle strutture più economiche, oltre al rischio di trovare servizi scadenti la disponibilità di posti è molto ridotta.
 

Tra le opzioni disponibili quella dell’assistente domiciliare è sicuramente la migliore, a patto che tutto sia fatto in maniera regolare.


Una volta che avrai individuato la persona giusta alle tue esigenze, Fiscalpro grazie ad un professionista specializzato in assistenza fiscale di colf e badanti ti seguirà passo dopo passo offrendoti consulenza su: 


  • Modalità di assunzione, tariffe orarie e il tipo di operatività a seconda dell’autosufficienza dell’assistito.
  • Calcolo dei contributi INPS
  • Dichiarazione dei redditi annuale
  • Stampa del cedolino mensile con le ore di lavoro in base ai dati forniti dalla famiglia.
 

Fiscalpro Colf & Badanti significa ZERO CONTROVERSIE 
Devi sapere infatti che Fiscalpro si avvale del prezioso contributo di un conciliatore familiare, grazie al quale abbiamo la possibilità di intervenire qualora si generi una controversia.


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Alla prossima,

Sabina M.