Il 90% delle controversie nasce dalla denuncia di una badante.

Quello dell’assistenza domiciliare sta diventando un argomento sempre più presente all’interno dei nuclei familiari e questo perché, in Italia, com'è noto, la popolazione è tra le più anziane d’Europa e il trend è in costante crescita.


I dati parlano chiaro si stima che nel 2030 la popolazione diminuirà del 5% gli over 65 passeranno dall’attuale 21,7% al 27,5% e gli over 75 aumenteranno del 2,2%. Nel 2065 la popolazione con almeno 65 anni sarà il 32% del totale.


Per tale ragione il ruolo dell’assistenza domiciliare si renderà sempre più fondamentale nei prossimi anni. Le ragioni principali sono tre:


  • la prima è che le strutture da sole non riusciranno a soddisfare la crescente domanda di assistenza,

  • la seconda è che la mortalità degli anziani all’interno delle strutture è nettamente superiore rispetto a quella della propria abitazione,

  • la terza è che la figura dell’assistente svolge mansioni che noi non riusciamo a compiere per mancanza di tempo e competenze ecco spiegato che la figura della badante al momento rimane la più accreditata.


L’80% delle badanti è straniera e il 60% di queste proviene dall’Europa dell’Est, soprattutto Ucraina.


Il motivo è spesso legato al fatto che l’Ucraina, da ormai 7 anni sta vivendo una guerra di cui poco si parla, ma è reale e questo porta molte donne di mezza età a lasciare il proprio paese con la prospettiva di aiutare a distanza le famiglie di origine.


Il loro arrivo in Italia avviene quasi sempre grazie al passa parola di altre donne loro conoscenti. Ancora oggi il metodo di reclutamento presso le famiglie arriva proprio attraverso conoscenze creando una sorta di mondo parallelo alle agenzie di lavoro.


Trattandosi perlopiù di donne con età media intorno ai 50, l’obiettivo per loro non è mai quello di trasferirsi stabilmente nel nostro Paese in cerca di una nuova vita,


ma solo quello di racimolare il più possibile al fine di garantire una vita decorosa alle famiglie di origine e una serena pensione per loro una volta rientrate in patria.


Nonostante i dati 2020 sulle assunzioni regolari siano incoraggianti anche in virtù della moratoria che ha portato alla soglia del milione le posizioni regolari.


Questa precarietà, la scarsa percezione della legalità, unita al disinteresse verso il sistema pensionistico italiano, fa sì che il lavoro nero sia ancora predominante in questo settore.


Scovare una badante che lavora in nero non è molto semplice, e questo potrebbe accadere solo effettuando un controllo al domicilio, strada non percorribile in quanto il domicilio per la legge è inviolabile.


Se da un lato questa notizia possa essere confortante e faccia sentire meno il peso dell’agire nell’illegalità, va tuttavia detto che quando si arriva al controllo domiciliare il più delle volte è voluto dall’assistente domiciliare che denuncia un sopruso.


Attenzione quindi perché per quanto la badante possa non essere interessata alla regolarizzazione contrattuale, in qualsiasi momento può intraprendere azioni legali nei vostri confronti,


che potrebbero sfociare in sanzioni amministrative e nei casi più gravi potrebbero avere risvolti penali.


Non regolarizzare la collaboratrice con tutta probabilità si trasformerà in un bagno di sangue per i più svariati motivi. 


La badante potrebbe farsi male in casa assistendo l’anziano e vi potrebbe denunciare, la mancata contribuzione INPS, il rischio di condanna penale ad entrambi se lei fosse sprovvista di permesso di soggiorno.


Oppure potrebbero nascere contestazioni sui pagamenti, perché la legge per il lavoro domiciliare non obbliga il datore al pagamento su conto corrente come accade per tutti gli altri settori e a fronte di pagamenti in contanti,


la mancanza di una buona contabilità e di ricevute al pagamento potrebbe creare contestazioni o ancora un mancato accordo su permessi, ferie e straordinari e potrei andare avanti per un’ora. 



Se vuoi sapere a livello penale cosa rischia chi assume una badante in nero leggi anche LA COSA PIÙ IMPORTANTE DA SAPERE SE STAI VALUTANDO L’INSERIMENTO DI UNA COLF O DI UNA BADANDE COME COLLABORATORE FAMILIARE.


Come vedi i motivi di contestazione sono molteplici e le aule di tribunale si stanno riempiendo di queste cause.


Le denunce per il 90% partono sempre dalla collaboratrice spesso stufa degli atteggiamenti vessatori subiti o presunti tali da parte del datore di lavoro.


Pare ovvio che la prima forma di tutela sia regolarizzare la badante in modo da evitare almeno le conseguenze civili e penali qualora dovesse sorgere una contestazione.


Una volta regolarizzata ogni mese ci saranno da espletare aspetti burocratici come per qualsiasi dipendente: dal conteggio delle ore lavorate, gli straordinari oltre a tutti i vari conteggi relativi a ferie, permessi e TFR in modo da redigere la busta paga in base al contratto nazionale di lavoro.


Chi ha tempo a disposizione e competenze in campo amministrativo non avrà alcun problema ad occuparsi di questi aspetti sperando di non incappare mai in controversie.


Se invece non sei un esperto di amministrazione del personale o più semplicemente non vuoi ulteriori grattacapi, e preferisci affidarti ad un esperto, FiscaPro è la scelta giusta per te.


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  • Modalità di assunzione, tariffe orarie e il tipo di operatività a seconda dell’autosufficienza dell’assistito.
  • Calcolo dei contributi INPS
  • Dichiarazione dei redditi annuale
  • Stampa del cedolino mensile con le ore di lavoro in base ai dati forniti dalla famiglia.
 
FiscalPro Colf & Badanti significa ZERO CONTROVERSIE 


Devi sapere infatti che FiscalPro si avvale del prezioso contributo di un conciliatore, grazie al quale abbiamo la possibilità di intervenire qualora si generi una controversia.


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Alla prossima, 


Sabina M. la tributarista del privato